Skip to main content

Tra i tanti articoli storici e d’attualitá, in pubblicazione sul prossimo annuario MenuDeiMotori numero 28, atteso per l’autunno, anche il sessantesimo anniversario del progetto Lamborghini P.400, il famoso “rolling chassis”, presentato in anteprima al Salone di Ginevra del 1965, che é poi stato la base per la creazione della Miura.

Dopo le testimonianze dei progettisti, l’Ing. Paolo Stanzani e l’Ing. Gian Paolo Dallara, anche quella dei due telaisti, Umberto Marchesi e Mauro Bonora, che proprio in quell’occasione, dopo una prima esperienza professionale alla Neri&Bonacini, grazie al coinvolgimento diretto in questo progetto – furono loro a realizzare tutti i telai, a partire dal primo prototipo – proprio in quel 1965, costituirono la loro societá, la Marchesi & C., tutt’oggi attivissima nel settore dei telai e della componentistica e che perciò  festeggia anch’essa il sessantesimo anniversario (1965-2025).

Ma andiamo ad ascoltare direttamente dalla loro viva voce, come nacque quel favoloso telaio scatolato, base del “rolling chassis” della successiva Miura!

YouTube player

SE VI INTERESSA LEGGERE L’INTERA STORIA, PRENOTATE GIÁ DA ORA LA VOSTRA COPIA DEL MENUDEIMOTORI NUMERO 28, PRESSO LA NOSTRA RETE DI DISTRIBUZIONE UFFICIALE:

– MARANELLO COLLECTION

– LIBRERIA DELL’AUTOMOBILE – MILANO

– AUTOBOOKS/AEROBOOKS – CALIFORNIA USA

– HORTONS BOOKS – LONDON UK

LA TESTIMONIANZA DIRETTA:

I costruttori dei telai P.400 Miura!

Inizia a spiegare Umberto Marchesi:
“Nel 1963 io e Mauro Bonora ci siamo conosciuti alla ditta “Neri & Bonacini, dove abbiamo conosciuto anche il Cavalier Ferruccio Lamborghini, il quale all’epoca giá iniziava a collaborare con la Neri & Bonacini” (dove fu costruito il primo telaio della 350 GTV).
“In seguito, nel 1965, il Cavaliere ci chiese di occuparci direttamente del telaio di una nuova macchina” (la P400, poi Miura) e quindi noi fondammo la nostra prima società, sita in un piccolo capannone in Via Emilia Ovest a Modena.
Infine nel 1969, il Cavaliere” (Ferruccio Lamborghini) ci disse che gli occorrevano molti più telai” (non solo per il Miura, ma anche per l’Espada e soprattutto per la nascente Urraco) “e quindi ci siamo nuovamente trasferiti aprendo la nuova sede” (più grande) “in Via dei Tipografi, sempre a Modena” (la stessa in cui la Marchesi & C. opera ancora oggi).

“Per quel che riguarda il telaio del Miura, si trattava di una delle prime costruzioni artigianali, già in lamiera scatolata” (non il classico tubolare delle GT dell’epoca).
Aggiunge Mauro Bonora: “noi non potevamo nemmeno pensare di costruire un telaio in lamiera stampata, e non solo perché non disponevamo delle attrezzature industriali necessarie. Ma soprattutto, la stessa Lamborghini dell’epoca non poteva permettersi di fare investimenti del genere” (per attrezzare il fornitore esterno).
Riprende dunque il racconto Umberto Marchesi: “il Miura, dopo il primo telaio che abbiamo realizzato in modo assolutamente artigianale, direttamente sul piano di riscontro” (lo stesso telaio poi presentato “nudo”, con la meccanica – il rolling chassis – al Salone di Ginevra del 1965).
Ma dopo la costruzione del primo telaio, organizzammo la produzione in modo totalmente diverso.
Infatti, riprende il discorso Bonora: “il primo telaio aveva la parte posteriore assemblata” (la culla che sosteneva il gruppo motore cambio), “mentre poi li abbiamo costruiti tutti in un unico elemento, pur non variando praticamente nulla dell’architettura iniziale.
L’Ing. Dallara lo voleva molto leggero e quindi utilizzammo fogli di lamiera piuttosto sottili ed in più praticammo anche molti fori di alleggerimento” (ben visibili sul telaio nudo).
“Ricordo anche che l’Ing. Dallara di solito passava da noi alla sera verso le 20,00, circa, portandoci i disegni che avevano realizzato in Lamborghini in giornata; e ogni volta si avviava una discussione, per come realizzare quanto disegnato. Noi, in base alla nostra esperienza diretta, facevamo le nostre considerazioni ed alla fine concordavamo così come procedere”.
Interviene ancora Marchesi, ricordando che il primo telaio del P400 già pesava solo 75 Kg in tutto.
Ricorda infine Bonora che per gli attacchi delle sospensioni usarono lamiera di soli 1,5 mm di spessore …
A Mauro Bonora il ricordo conclusivo: “Alla fine costruimmo oltre 760 telai ma, se Ferruccio non avesse voluto fermare la produzione, sicuramente ne avremmo costruiti ancora molti di più”.

VEDI ANCHE:

VIDEO Anticipazioni “MenuDeiMotori” #28 – Lamborghini P400 Project (Miura): il 60° Anniversario (1965-2025)

VIDEO Collection – Lamborghini Miura

VIDEO History – LA SPORTS CARS MODENA