Skip to main content

SUBITO DOPO L’ENTUSIASMANTE PRESENTAZIONE DELLA NUOVA MASERATI MC20, PRESENTAZIONE CON CUI LA MASERATI HA VOLUTO SOTTOLINEARE IL PROFONDO LEGAME DELLA CASA DEL TRIDENTE CON MODENA, LA PRIMA IDEA È STATA SUBITO QUELLA DI PARLARE DIRETTAMENTE CON IL RESPONSABILE DELLO STILE DI QUESTA AFFASCINANTE MASERATI SPORT, CHE RAPPRESENTA LA PIÙ VERA TRADIZIONE DELLA GRANDE STORIA MASERATI. ECCOVI IN ANTEPRIMA COSA CI HA RACCONTATO GIOVANNI RIBOTTA, CHIEF EXTERIOR DESIGN MASERATI:

LEGGI L’ARTICOLO DELLA PRESENTAZIONE UFFICIALE (link)

GUARDA IL VIDEO DELLA PRESENTAZIONE UFFICIALE (link)

GUARDA IL VIDEO DEL TEST DRIVE SU STRADA (clicca qua)

Intervista a Giovanni Ribotta, Chief Exterior Design Maserati

Di Fabrizio Ferrari

Fabrizio Ferrari: Mi pare di aver inteso che la MC20 sia nata abbastanza in fretta, quasi all’improvviso: volevo capire un po’ quali sono state le tempistiche e lo sviluppo del progetto. So che la carrozzeria è nata in pratica da Dallara, almeno per quanto riguarda l’aereodinamica, mentre la base tecnica è di assoluto pregio (cellula centrale in carbonio, con i due sotto-telai in alluminio), è già stata annunciata la variante “full electric” ed è prevista pure una futura spider con tettuccio rigido retrattile. Alla luce di tutto questo programma, quando è partito lo stile e con che modalità in questo progetto?

Giovanni Ribotta: Tutto il processo è stato velocissimo, circa 24 mesi in tutto. Anche perché sono cambiate in fretta le direttive ed in più si trattava chiaramente di una vettura a motore centrale; inoltre, per noi era anche la prima volta che affrontavamo questo tipo di package. Sono stati organizzati molti incontri tra i reparti di stile e ingegneria, anche solo per definire il package, perché per Maserati è molto importante la perfetta integrazione tra stile ed ingegneria. Una continua lotta tra esigenze diverse, che a volte possono pure essere contrastanti, ma che alla fine devono assolutamente dare origine ad un pensiero comune e quindi ad un progetto perfettamente integrato ed equilibrato. Abbiamo discusso molto sul posizionamento del parabrezza, che nelle prime fasi del progetto era molto arretrato, ma a noi interessava ottenere dei volumi meglio integrati che, anche visivamente rendessero l’idea della vettura a motore centrale. Poi abbiamo discusso a lungo ancora sulla parte posteriore, in particolare lo sbalzo, in quanto c’erano esigenze di spazio, non solo per la versione elettrica, ma soprattutto per un bagagliaio posteriore. La base di partenza è stata ovviamente il disegno del fianco, da cui valutare l’equilibrio generale, le proporzioni sin dall’inizio.

F.F. Per quanto mi riguarda credo che i volumi siano davvero equilibrati e ben distribuiti.

G.R. Storicamente, credo che la distribuzione e l’equilibrio dei volumi sia sempre stato uno dei nostri punti forti, in quanto fa parte proprio della scuola delle carrozzerie italiane. Dopo aver impostato il fianco della vettura, siamo passati subito ai primissimi modelli matematici in 3D e poi anche ai modelli in scala: ne abbiamo subito realizzati un paio.

F.F. I modelli li ho visti e so bene che questa vettura nasce da esigenze contrastanti: da un lato l’ottima abitabilità che una maserati, anche se a motore centrale, deve sempre garantire. Ed infatti credo che l’abitacolo sia piuttosto ampio per la categoria, con un ingresso ed uscita pure facilitati dallo stesso meccanismo di apertura della porta ma, al tempo stesso, il body doveva anche soddisfare stringenti esigenze di aereodinamica in quanto, lo avete già annunciato, la MC20 correrà in pista, persino con un Team ufficiale Maserati! Stile ed aereodinamica spesso sono in apparente contraddizione e quindi volevo capire come ha funzionato tutto il processo.

L’INTERO STUDIO DEL “BODY” È STATO OGGETTO DI UN CONTINUO SCAMBIO, TRA STILE ED ENGINEERING, IN PARTICOLARE L’AEREODINAMICA.

G.R. Certamente! Tutta la parte del “body” si è svolta pure in modo piuttosto “artistico”, anche lavorando a mano sui modelli: se si osserva la vettura dal vivo, ci si rende conto subito che sono presenti delle zone di raccordo tra i volumi che sono state il risultato di un lungo lavoro di modellazione manuale. Ma, al tempo stesso, ogni sera io prendevo la scansione dei modelli ed il giorno dopo andavo a verificare in Dallara le soluzioni trovate, anche dal punto di vista aereodinamico. Tutto questo in un continuo scambio d’informazioni, sin dalle prime fasi della modellazione manuale, per ottenere ogni volta il risultato o la soluzione ideale. Tra l’altro, anche in questa stessa fase di studio iniziale, noi del centro stile Maserati tradizionalmente ci serviamo di fornitori esterni. Non casualmente, proprio in questa fase si vede spesso nelle foto un signore con i capelli grigi che ci ha assitito in tutto questo processo, ed infatti lui, Desio, ha 74 anni ed è proprio uno degli uomini della Bertone, che all’epoca lavorò sul progetto della Lamborghini Countach!

Questo per far capire che l’approccio iniziale del design è ancora molto manuale e quindi anche artistico, come da tradizione del car design italiano.

F.F. Quindi, ricapitolando se ho ben compreso, voi avete studiato ed evoluto i volumi con i modelli manuali, facendo però ogni volta una verifica funzionale in galleria del vento alla Dallara.

G.R. Questo per quanto riguarda tutta la parte di “body colors”, in pratica la parte più organica della vettura (la parte superiore della carrozzeria) che abbiamo concepito noi dello stile, mentre la parte bassa (fondo, estrattore, brancardi, ecc.) e la monoscocca della vettura, zona molto più tecnica, è stata invece definita al 95% dall’ingegneria.

Infatti, si nota come tutta la parte bassa delle fiancate, ed in particolare la zona dei brancardi e soprattutto dell’estrattore posteriore, presenti un disegno molto più tecnico e netto. Infatti, è stato molto importante anche andare alla ricerca della prestazione pura, per quanto riguarda l’aereodinamica. Non a caso, l’auto lavora molto bene con il sottoscocca (il fondo piatto e l’estrattore), al punto che abbiamo potuto così rispettare anche un altro target Maserati: cioè quello di evitare appendici aereodinamiche vistose, come ad esempio un’ala a vista al posteriore.

TUTTA LA PARTE SUPERIORE DEL BODY È STATA CONCEPITA DAL DESIGN, MENTRE LA PARTE BASSA DELLA VETTURA, MOLTO PIÙ TECNICA È STATA INVECE DEFINITA AL 95% DALL’INGEGNERIA (AEREODINAMICA)

F.F. ho notato anche le uscite laterali, nella zona bassa dopo i passaruota anteriori, per sfogare una parte del flusso d’aria dal fondo vettura, creando così la necessaria deportanza anche sull’asse anteriore e quindi un buon equilibrio con la deportanza creata dal diffusore posteriore, sull’asse posteriore.

G.R. Infatti, su questi aspetti la parte ingegneristica ha certo prevalso nettamente, ma quello che a noi era richiesto sulla parte di “body colors”, era di ottenere un effetto da gran turismo nella più pura tradizione Maserati, pur su una vettura in realtà estrema. Per questo motivo abbiamo cercato di non enfatizzare tutta la parte più tecnica della carrozzeria, come le prese d’aria ed i vari dispositivi aereodinamici, a vantaggio della pulizia delle linee e soprattutto dell’eleganza. Ad esempio le prese laterali per gli intercooler del turbo, lateralmente quasi non sono visibili.

F.F. In effetti queste prese d’aria si sviluppano prevalentemente sulla pianta della MC20 e quindi sono visibili quasi solo dall’alto …

G.R. Esattamente. Così come anche lo sfogo nella parte anteriore della fiancata, subito dopo i passaruota, è anch’esso quasi del tutto nascosto nella vista laterale, da una sorta di scudo aereodinamico che sfoggia il nome della vettura.

F.F. In questo caso ho notato un gioco grafico interessante, dal punto di vista sia funzionale che soprattutto estetico …

G.R. Ma, pur essendo la vettura elegante e di linea pulita (come deve essere una Maserati), nel momento in cui si apre la porta si nota subito, ad esempio, la monoscocca in carbonio che di fatto tradisce immediatamente la natura estrema, racing, della MC20 stessa. Questi due aspetti contrastanti, purezza e prestazione, sono molto Maserati e, a mio parere, ne rivelano il carattere.

F.F. Certo! Maserati ha sempre avuto un carattere più gran turismo, dove l’eleganza sembra prevalere anche sulla funzionalità, almeno all’apparenza … anche perché il bello di lavorare allo stile di una Maserati è proprio la sfida data dall’esigenza di poter fare qualcosa di assolutamente funzionale, ma senza che per questo la stessa funzionalità sia in qualche modo “gridata” …

G.R. Esattamente. Uno dei requisiti base del nostro lavoro è stato proprio il bilanciamento perfetto tra quello che è l’aspetto formale e la funzionalità, senza eccessi.

Ogni particolare è stato messo a punto aereodinamicamente, grazie ai continui feedback con Dallara.

GUARDA IL VIDEO DEI TEST AERODINAMICI DELLA MC20 NEL WIND TUNNED DALLARA (link)

PRIMA DI OGNI VERIFICA AEREODINAMICA NEL WIND TUNNEL DI DALLARA, TUTTO IL LAVORO SUI MODELLI VENIVA SGROSSATO ATTRAVERSO I CFD A CURA DELL’INNOVATION LAB DI MODENA.

F.F. Ho saputo che l’auto è stata elaborata molto anche in virtuale, quindi immagino che avrete verificato il tutto anche con tanti CFD (Computational Fluid Dynamics), prima di fare le verifiche finali nel wind tunnel da Dallara …

G.R. Certo, abbiamo elaborato diversi CFD di controllo, in collaborazione con l’Innovation Lab di Modena, che vanta un reparto di aereodinamica fortissimo, con dei ragazzi davvero in gamba, che hanno lavorato a stretto contatto con Dallara. Tant’è che poi Dallara si è rivelato una risorsa non solo nelle verifiche, ma anche nella guida all’impostazione della sportcar. Devo dire che la parte di aereodinamica è stata sentita molto dai tecnici dell’Innovation Lab della Direzione Tecnica di Modena. Come giustamente dice Lei, prima di arrivare in galleria il concetto era già molto affinato.

F.F. In effetti, il CFD risulta fondamentale nel lavoro di sgrossatura della configurazione aereodinamica generale, per cercare di arrivare in galleria con già una percentuale abbastanza consistente di efficienza, per poi puntare così al teorico 100% di efficienza grazie alle prove finali in galleria, risparmiando così tempo e costi in modo considerevole, durante il processo.

G.R. Soprattutto con i tempi ristretti di questo particolare progetto, l’apporto dell’ingegneria e di tutti i dispositivi di calcolo più efficienti è stato certamente fondamentale. Ci ha aiutato moltissimo e soprattutto a me è piaciuta tantissimo l’esperienza di stare il giorno prima in modelleria per ore, per poi passare il giorno dopo in Dallara a verificare direttamente il lavoro fatto. E’ stata una cosa unica e anche molto forte come esperienza. Nello stesso tempo, non potevamo nemmeno permetterci di sbagliare, perché questa è un’auto che ora ha tutti gli occhi puntati addosso …

NON CI SI POTEVA CERTO PERMETTERE DI SBAGLIARE, IN QUANTO È CHIARO CHE LA MC20 È ORA UNA SPECIE DI BANDIERA, SIA TECNOLOGICA, SIA D’IMMAGINE PER LA MASERATI. UN VERO RITORNO ALLE ORIGINI DEL MARCHIO CHE, COME È NOTO, È NATO CON LE CORSE!

F.F. Certo è una vettura sicuramente iconica in questo momento per Maserati, quasi una specie di “bandiera” sia tecnoclogica che d’immagine per il brand e questo credo sia un dato di fatto, anche perché rappresenta a tutti gli effetti il ritorno alle origini ed alla storia del brand che, come molti ricordano, è nato proprio con le corse. E come tutte le Maserati, anche la MC20 avrà il non facile compito di essere una vera Maserati su strada, cioè confortevole e friendly nell’uso, pur se anche molto prestazionale ma, nello stesso tempo, dovrà anche dimostrare di essere massimamente efficiente in pista.

Prima di passare ad analizzare i vari dettagli di stile, mi piacerebbe poter valutare con lei la soluzione dell’apertura porta “butterfly”, per la prima volta nella storia su una Maserati. Volevo capire che ruolo ha avuto lo stile ed il design sulla scelta ed anche sull’implementazione di questa particolare apertura della porta.

G.R. La scelta della Porta è stata di fatto originata da una serie di concomitanze: da un lato avevamo la sfida per cui volevamo esprimere un qualcosa di forte e scenografico, almeno su un aspetto estetico della vettura.

F.F. Quindi l’apertura porta “butterfly” è più una scelta scenografica che pratica? Io avevo immaginato soprattutto una motivazione diversa …

G.R. No. In realtà, l’apertura porta “butterfly” è una scelta prima di tutto ingegneristica, considerata soprattutto la forma della monoscocca, con un brancardo molto affusolato nella zona adiacente il passaruota anteriore ed in più avendo anche l’esigenza di un accesso importante per l’entrata/uscita vettura, perché la macchina internamente è davvero confortevole.

F.F. L’impressione che ne ho ricavato di primo acchito è proprio quella di un abitacolo molto spazioso, in relazione alla tipologia di auto. Immagino che se paragonata ad una McLaren o anche ad una Ferrari, ho come l’impressione che sia molto più agevole entrare e soprattutto uscire da questa MC20.

G.R. Vero. Infatti, questa era anche un’altra delle nostre priorità, quindi la porta doveva avere quello che noi definiamo “effetto WOW”, ma anche una sua funzionalità. Quindi tra le priorità da seguire in fase di progetto, c’erano soprattutto l’ingresso/uscita in vettura e l’ottimizzazione dell’aereodinamica che, questo tipo di porta tende ad agevolare proprio in quella zona.

F.F. Sicuramente la porta di tipo tradizionale non si apre mai esattamente a 90° e quindi, possiamo dire che una parte dell’ingombro della stessa porta, anche quando è completamente aperta, tende ad ostacolare l’uscita agevole dalla vettura. Certamente, questo genere di porta libera completamente l’area del giro-porta, una volta tutta aperta. Chiaro che se, lateralmente alla vettura, lo spazio non è sufficiente per aprire completamente la porta, la situazione si potrebbe invece anche complicare …

G.R. Certamente. Ma volevo aggiungere un altro aspetto interessante della “butterfly”: come nella storica “Birdcage”, dove il telaio multitubolare si mostrava a vista quando si apriva la porta, anche in questo caso, la “butterfly” mette in evidenza la cellula centrale in carbonio all’apertura e questo è un altro carattere marcatamente Maserati!

Anche nel caso della porta si tratta sempre del solito approccio alla gran turismo maniera, tipico Maserati, dove tutto appare ben equilibrato ed elegante allo sguardo, salvo poi riservare qualche effetto sorpresa, guardando meglio, oppure durante il funzionamento.

LA PORTA “BUTTERFLY” AGGIUNGE QUELL’EFFETTO SORPRESA TIPICO DELLE MASERATI: SEMPRE MOLTO ELEGANTI E PULITE NELLA LINEA, MA ANCHE CON QUEL QUALCOSA IN PIÙ CHE SORPRENDE!

F.F. Certamente, la MC20 è molto Maserati nel carattere: non è eccessiva ma bensì elegante, ben proporzionata e con tutti gli elementi al posto giusto; poi, l’effetto WOW te lo ritrovi quando non te lo aspetti, in questo caso aprendo la porta.

G.R. Esattamente! Fa parte della storia Maserati, fare vetture pulite ed equilibrate ma sempre con quel qualcosa di forte, di caratteristico.

F.F. Ma volevo capire meglio: Lei prima mi parlava di Birdcage, ma io in realtà nella MC20 vedo molti più richiami alla Birdcage 75 della Pininfarina (2005) …

G.R. Certamente, per noi il concept di Pininfarina è sempre stata una grande fonte d’ispirazione.

F.F. E’ fantastica!

G.B. Certo uno dei più bei concept degli ultimi 20 anni …

F.F. Non ci sono dubbi!

G.R. Se si osserva solo la calandra, quella a forma quadrangolare della Ghibli era già ispirata alla stessa del concept Birdcage 75. In questo caso, tutta la costruzione dei parafanghi e della fiancata a “ponton”, rinforzata poi dal nero della parte bassa che continua anche al posteriore (la zona dell’estrattore) e quindi ancora all’anteriore con le prese d’aria dei freni laterali, è tutta di ispirazione dalla Birdcage 75. Tutta questa costruzione aiuta anche i parafanghi ad “aggrapparsi” alla “fusoliera” …

Poi, chiaramente ci sono anche diverse influenze della MC12, soprattutto nel frontale: i proiettori verticali ed anche tutta la modellazione del cofano, con le uscite d’aria esposte.

TOSHIBA Exif JPEG

IL DESIGN DELLA MC20 È IN LARGA PARTE ISPIRATO DAL CONCEPT BIRDCAGE 75 PININFARINA, MA ANCHE IN PARTE DALLA MC12.

F.F. Trovo piuttosto interessante anche la presa d’aria frontale sporgente, con il labro inferiore a guisa di spoiler, anche noi ad UNIMORE avevamo studiato qualcosa del genere, anni fa …

G.R. Un altro particolare interessante sono gli sfoghi d’aria sopra la copertura posteriore, pure dal design inconfondibile Maserati. E questa idea è arrivata da un ingegnere: eravamo io e il designer che stavamo modellando le solite uscite d’aria orizzontali, necessarie per lo sfogo statico (non solo del calore ma anche dei vapori), che però non ci convincevano perché troppo simili a quelle utilizzate sulle Ferrari. Alla fine, questo ragazzo del team degli ingegneri ci ha dato l’illuminazione: perché non provare a simbolizzare il Tridente? Abbiamo subito iniziato a schizzare entrambi, io e il designer, sino ad ottenere il risultato che ora tutti possono vedere.

Non a caso siamo davvero convinti che il connubbio tra ingegneria e stile sia fondamentale. Ed è proprio questo che da poi forza al disegno stesso.

F.F. Complimenti per l’eccezionale equilibrio di volumi e forme che avete trovato e soprattutto in relazione a quella che suppongo essere un’eccezionale spaziosità dell’abitacolo. Non vedo l’ora di calarmi in quell’abitacolo per il tradizionale test drive della vettura, perché immagino che mi sembrerà di entrare in una gran turismo, invece che in una “mid-engine” così estrema.

G.R. L’effetto ricercato è proprio quello ed è perfettamente in linea con la tradizione Maserati!

Il tutto all’interno di un progetto nato davvero in pochissimo tempo, solo 24 mesi in tutto, ripeto, con un continuo feedback tra stile e ingegneria.

F.F. Quindi in questo caso lo stile non si è fermato molti mesi prima, come nei normali processi di progettazione, ma mi pare di capire si è arrivati sin quasi alla fine, prima che il design fosse “congelato” …

G.R. Le posso confermare che noi abbiamo consegnato le nostre matematiche definitive in 3D, le classi A, più o meno intorno a novembre/dicembre 2019 …

Inoltre, voglio anche ricordare che la MC20, con alcune modifiche ed una messa a punto mirata, è certamente un’auto che può farsi rispettare anche in pista.

F.F. COME RICORDAVO ALL’INIZIO, LA MASERATI TORNA FINALMENTE ALLE SUE ORIGINI, CON UNA VETTURA DAL DNA SICURAMENTE RACING, COME È SEMPRE STATO PER LE VETTURE DEI FRATELLI MASERATI!

 

admin

 
 

Articoli correlati