Progetto del periodo immediatamente pre-Audi: telaio in alluminio e motore centrale V8 (derivata dalla precedente P140 del 1988, con motore V10 e design Marcello Gandini – foto)

Il Progetto L140 è in pratica era la riedizione del Progetto P140, nato nella seconda metà degli anni 80 del secolo scorso (dal 1987), sotto l’egida della Casa americana Chrysler, all’epoca proprietaria della Lamborghini.
Il progetto originale dell’Ing. Luigi Marmiroli, prevedeva un innovativo telaio in alluminio ed un altrettanto inedito motore a 10 cilindri. Purtroppo, a fine 1993 il progetto P140 fu momentaneamente stoppato dalla fuoriuscita della Chrysler, che nel frattempo aveva ceduto la Lamborghini ad un gruppo indonesiamo capitanato dall’allora figlio de4l Presidente Suharto.
Fu per questo motivo che l’anno dopo, nel 1994, l’Ing. Marmiroli ripropose lo stesso progetto, che prevedeva appunto una sorella minore della Diablo, la “Baby-Diablo”, come era soprannominata all’epoca, ribattezzando il progetto L140, secondo la nuova denominazione dei progetti Lamborghini, con la nuova proprietà.
Si riprese così esattamemente dove si era lasciato, con il vecchio prototipo approvato all’epoca della Chrysler, sempre con telaio in alluminio ed il motore V10, e pure con il design originale all’epoca prescelto: quello di Marcello Gandini.
Diverse furono le nuove proposte di design, tra cui soprattutto quella di Giorgetto e Fabrizio Giugiaro, concretizzatasi con un prototipo marciante, la Calà, presentato al Salone di Ginevra del 1995. Seguirono altre proposte, tra cui quelle di Peter Stevens e della Carrozzeria Zagato, ma la cronica mancanza di finanaziamenti, non permise mai di tradurre alcuna proposta in un modello di produzione.
Così anche il progetto L140, nella seconda parte degli anni 90 si stava avviando verso un nuovo stop forzato, quando il nuovo AD Lamborghini, Vittorio Di Capua, decise di rilanciarlo in modo diverso, mantenendo sempre l’innovativa struttura del telaio in alluminio, ma sostituendo l’ormai non più attuale progetto di motore a 10 cilindri dell’Ing. Marmiroli, con un motore molto più semplice, già omologato in tutto il mondo e quindi, per certi versi … “commerciale”.
Fu così che nacque il primo accordo di collaborazione con l’Audi (1997), per utilizzare il motore V8 dell’Audi A8, sul progetto L140. In questo modo ripartì la gara tra i designers tra i quali, oltre a Zagato, questa volta si aggiunse anche il giovane designer Fabrizio Ferrari, già autore delle versioni SV e SV-R (per il Trofeo monomarca) della Diablo.
Fabrizio Ferrari, propose così questa interessante versione della L140 con motore V8 Audi, che comprendeva anche un innovativo (per l’epoca), meccanismo di tetto rigido retrattile automatico; il quale permetteva di utilizzare con grande comodità la vettura in ben tre configurazioni: coupè, con tetto chiuso, targa, con solo il tettuccio rimosso e spider, con tutto il padiglione aperto.
Purtroppo, la perdurante mancanza dei fondi necessari per lo sviluppo, in azienda in quel periodo, ancora una volta mise in crisi anche quest’ulteriore progetto, dando di fatto il via alla vera e propria acquisizione dell’intera Lamborghini da parte di Audi (1998).
Una volta entrata nella galassia Audi-Vw, del progetto L140, di nuovo stoppato, di fatto si salvò solo il concetto base ed il telaio di alluminio, che sono stati poi utilizzati dai tecnici e designer tedeschi, per arrivare finalmente in produzione con la Gallardo (2003), la quale adotta però un inedito motore V10, realizzato dagli stessi tecnici di Audi.
PER SAPERNE DI PIU’ (leggi):
VIDEO Collection – “Lamborghini Fantastiche book
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CAP.6.6 1997/98: L’ULTIMA EVOLUZIONE DEL PROGETTO L.140 CON IL V8 AUDI
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