The last dream from Campogalliano (MO) – Dalla Bugatti EB110 (telaio in carbonio, V12 turbo), l’ultimo sogno a Campogalliano
L’inizio del millennio era purtroppo già un periodo difficile, per questo genere di iniziative che, se avevano avuto un certo successo in epoca di molto precedente, come ad esempio nel caso della De Tomaso di Alejandro, già a quei tempi iniziavano ad essere di fatto proibitive, per un piccolo costruttore artigianale che non avesse la concreta possibilità, economica, di superare le costossissime prove di omologazione internazionali, soprattutto per quanto riguarda le emissioni del motore.
Infatti, di quell’epoca storica, oggi resta con successo la sola Pagani Automobili, ma proprio perchè Horacio Pagani, già all’epoca ebbe la lungimiranza di accordarsi con l’AMG, il reparto sportivo della Mercedes, per quanto riguarda la motorizzazione delle sue hypercar.
Non a caso, la Edonis nasceva dalle ceneri della Bugatti EB110, nata dall’iniziativa di riportare in auge il Marchio storico Bugatti, da parte dell’imprenditiore Romano Artioli, con uno stabilimento a Campogalliano (MO), nel pieno della Motor Valley.
Ma se la stessa Bugatti, che pure all’inizio poteva disporre di fondi adeguati, alla fine dovette capitolare proprio a causa dei problemi legati all’omologazione, assistenza e reperibilità delle parti di ricambio delle sue pregiatissime meccaniche – ricordiamo che l’inedito 12 cilindri della EB110 è dotato di ben 4 turbo, nonchè la EB110 della trazione integrale, all’epoca ancora piuttosto rara nelle supercar estreme – la stessa sorte non poteva che attendere anche la sua derivazione “Edonis”, dotata degli stessi telai in carbonio e delle stesso motiore V12 della EB110, seppur razionalizzato con soli due turbo (in luogo dei 4 della EB110).
E così anche questa iniziativa, voluta da Jean Marc Borel, insieme all’Ing. Nicola Materazzi, lo stesso tecnico che già aveva lavorato all’evoluzione del progetto Bugatti EB110, non ebbe miglior fortuna, ma anzi si arrestò alla produzione di sole tre auto, di cui la terza mai nemmeno completamente assemblata su strada.
Peccato, perchè il progetto era certamente interessante ed avrebbe certo meritato miglior fortuna!
